Fotovoltaico

Moduli Fotovoltaici e Rischi per la Salute

Oggi vorrei addentrarmi in un argomento non proprio tecnico, un argomento con il quale più di qualche lettore potrà “accusarmi”, già dal titolo, di uscire dal seminato, cioè di affrontare argomenti che esulano dall’elettrotecnica, dalle tariffe e dall’efficienza energetica.

Per certi versi è vero, la salute è un tema da medici, ma qui non voglio scrivere un trattato di medicina, né fare un’analisi sulle cellule, sul DNA o su quant’altro compone il fisico di un essere vivente.

Qui vorrei solo spiegare quali sono i punti di contatto tra gli impianti fotovoltaici ed il corpo umano, dopodiché lascerò a voi lettori il compito di “farvi un’idea”.

 

Le novità fanno paura

Prima di cominciare qualunque discorso tecnico vorrei ricordare una cosa che riguarda tutti noi : la paura nell’essere umano solitamente nasce dal non conoscere, dall’ignorare un fenomeno, una persona o un oggetto sconosciuto. La paura in un oggetto, inoltre, viene amplificata se qualcuno di questo oggetto ci elenca i lati negativi nascondendoci quelli positivi. Oppure se esagera i lati negativi. Oppure se elenca i lati negativi senza darci un metro di confronto.

Le fonti energetiche rinnovabili hanno visto nascere molte volte comitati e associazioni per il “NO”, che hanno fatto proprio queste cose : hanno elencato una serie di lati negativi senza parlare di quelli positivi, hanno ingigantito gli aspetti negativi e non ci hanno dato modo di metterli a confronto.

Se continuate a leggere, vi renderete conto che i problemi oggi sono ben altri.

 

I moduli fotovoltaici sono realizzati con sostanze pericolose ?

I moduli fotovoltaici vengono realizzati assemblando celle fatte di silicio, il secondo elemento chimico presente nel nostro pianeta dopo l’ossigeno. In natura si trova ad esempio nell’argilla e nel granito. Nelle cose con le quali entriamo in contatto tutti i giorni si trova nel vetro, nella ceramica, nel cemento e nel silicone.

Il silicio è un elemento chimico “semiconduttore”, con il quali si realizzano tutti i componenti elettronici quali transistor, microprocessori e microchip in generale. Negli Stati Uniti, la zona della California dove si trovano la maggior parte di aziende che si occupano di elettronica è stata appunto chiamata Silicon Valley.

Ma è anche vero che per far diventare il silicio un componente elettronico, è necessario aggiungergli degli altri “minerali” in un procedimento chiamato drogaggio, durante il quale vengono aggiunti Boro, oppure Gallio, o Fosforo oppure Arsenico, ecc. Si tratta certamente di elementi chimici anche molto tossici per l’uomo.

Ma nessuno si prende la briga di spiegare che le quantità di questi elementi aggiunte alla base di silicio sono infinitesimali, e soprattutto che questi elementi sono “fusi” assieme al silicio e non possono essere dispersi singolarmente. Questo significa che questi elementi non possono essere respirati o mangiati rompendo un modulo fotovoltaico, perché resterebbero comunque “intrappolati” tra gli atomi del silicio.

La stessa situazione c’è con il vetro, costituito da silicio e altri elementi chimici aggiunti, ma rompere un bicchiere o una finestra non ha mai costituito un pericolo per la salute dato che gli elementi chimici sono fusi tutti assieme. Semmai è pericoloso perché c’è il rischio di tagliarsi !

Per chi ha voglia di approfondire cosa sia il drogaggio e quanto piccole siano le quantità di elementi chimici aggiunti al silicio per creare i semiconduttori rimando a Wikipedia, che tratta l’argomento in modo molto approfondito.

 

Situazioni ben più pericolose

A pile of electronic waste on a roadside in Guiyu. Much of modern electronic equipment contains toxic ingredients and as much as 4,000 tonnes of toxic e-waste is discarded every hour. Vast amounts are routinely and often illegally shipped as waste from Europe, USA and Japan to countries in Asia because it is easier and cheaper to dump the problem on poorer countries with lower environmental standards. Workers involved in dismantling e-waste are exposed to serious health hazards.

I pericoli sono ben peggiori quando una sostanza tossica è, ad esempio, direttamente disciolta nelle falde acquifere dalle quali attingono gli acquedotti, come già accaduto con episodi di avvelenamento da arsenico.

Vorrei infine ricordare che i semiconduttori e le sostanze “pericolose” che li compongono non sono solamente dentro i moduli fotovoltaici, ma anzi, le abbiamo molto più vicine di quello che si possa pensare : le troviamo negli schermi di computer, calcolatrici, televisori, videocamere, e soprattutto telefoni cellulari, con i quali siamo a contatto tutti i giorni. Senza dimenticare che la probabilità di rompere un modulo fotovoltaico è molto molto più bassa di quella di rompere il display di un telefonino.

Lascio quindi a voi trarre le debite conclusioni.

 

Gli impianti fotovoltaici creano campi magnetici pericolosi ?

Cambiamo ora campo2completamente  argomento e parliamo di campi elettromagnetici e salute umana, un argomento tanto dibattuto ma privo di riscontri decisivi.

Le normative, a scopo precauzionale, prevedono degli accorgimenti tecnici e delle distanze di sicurezza da sorgenti di campi elettromagnetici, ma si applicano ad impianti industriali con potenze centinaia di volte più elevate rispetto a qualunque impianto domestico, oppure riguardano le emissioni delle antenne trasmittenti, comprese quelle del nostro forno a microonde. E’ quello che viene comunemente detto, a torto o a ragione, elettrosmog.

E’ vero che tutti gli impianti elettrici creano campi magnetici (anzi, ad essere precisi, una combinazione di campi elettrici e magnetici), ma gli impianti di tipo domestico non rientrano in questo tipo di normative, vista la loro entità trascurabile.

Inoltre, aspetto fondamentale, nei moduli dell’impianto fotovoltaico (cioè nella parte che sta sul tetto) circola corrente “continua”, in inglese “DC”, una corrente che crea un campo magnetico “statico”,   come quello terrestre,  quello che consente il funzionamento delle bussole, il quale non riesce a creare fenomeni negli organismi biologici proprio per la sua staticità.

Diversa è invece la situazione della corrente alternata, che provoca “per induzione” fenomeni anche su oggetti che non sono collegati elettricamente, ma solo per vicinanza. E’ il caso ad esempio nei piani cottura ad induzione o del telefono cellulare. Ripeto comunque che le correnti elettriche che circolano nell’impianto elettrico, a prescindere che abbiate o non l’impianto fotovoltaico, non hanno la “forza” di creare questi fenomeni.

Devo oltretutto ricordare che negli impianti elettrici tradizionali, di solito nello stesso cavo viaggiano due fili, Fase e Neutro, nei quali circolano correnti uguali ma opposte (una va’ verso l’elettrodomestica e l’altra torna alla rete), annullando gran parte del campo magnetico generato.

 

Ho i moduli fotovoltaici sopra la camera da letto : devo preoccuparmi ?

In primo luogo i moduli fotovoltaici hanno correnti elettriche circolanti solo durante le ore di sole, quindi anche se fossero “pericolose” il problema ce lo dovremmo porre solo durante il giorno.

In secondo luogo, le correnti che circolano negli impianti elettrici domestici sono talmente basse da creare campi elettromagnetici di entità trascurabile e comunque limitati alle immediate vicinanze dei dispositivi stessi.

Infine, le correnti che circolano negli impianti fotovoltaici  creano un campo magnetico del tutto simile al campo magnetico terreste, nel quale siamo immersi quotidianamente; vista la presenza di esseri biologici nel nostro pianeta è la dimostrazione della sua non pericolosità.

 

Conclusione

Nelle nostre case possono esservi sorgenti critiche per la salute umana molto più reali di quelle che potrebbero eventualmente derivare dai moduli fotovoltaici, sia perché non li mangiamo o respiriamo, sia perché i campi magnetici da essi prodotti sono di entità trascurabili.

In ogni caso, vi sono sorgenti molto più “inquinanti” dal punto di vista elettromagnetico, rispetto ad un impianto fotovoltaico : in primo luogo proprio gli oggetti che avviciniamo alla testa, ovvero il telefono cellulare e l’asciugacapelli !
L’argomento campi elettromagnetici e salute umana, in ogni caso, è molto dibattuto e soprattutto ad oggi non ha portato ad alcuna evidenza scientifica, perciò le norme in vigore hanno introdotto misure di cautela ma volte a preservare persone esposte a situazioni estreme, come ad esempio in ambito industriale o lavorativo e non in ambienti domestici.

 

Per chi fosse interessato ad approfondire il tema dei campi elettromagnetici, in rete si trovano numerose trattazioni, ma invito a leggerle con molta attenzione, e soprattutto ad osservare se contengono dati scientifici. Altri articoli che ho visto, anche dal carattere molto serio e rigoroso, concludevano con dei consigli pratici che poi analizzati si riferivano a tecnologie ormai superate (ad esempi i monitor a tubo catodico, soppiantati dai display LCD oppure i faretti alogeni, soppiantati dai LED).