Fotovoltaico

Impianti Fotovoltaici e Rischio Fulmini

Una delle tante domande sugli impianti fotovoltaici che mi hanno fatto o che in qualche modo ho sentito fare, suona grossomodo così:

  • Avere i pannelli solari sul tetto aumenta il rischio che la casa sia colpita da un fulmine ?

In linea di massima la risposta è no, ma il motivo non è possibile spiegarlo su due righe.
L’argomento fulmini infatti tocca sia aspetti di impiantistica elettrica sia aspetti relativi ad un fenomeno della natura, il cui studio è limitato a pochi esperti del settore, pertanto per spiegarvi la questione in parole semplici ho bisogno di qualche pagina.
Comunque ho una buona notizia : se avrete la pazienza di leggere questa piccola guida fino in fondo, vedrete che non si tratta di fenomeni misteriosi, ma tutto vi sarà più chiaro.

Qui non siamo su “X-Files”, ma al contrario parliamo di fenomeni che avvengono con un certo “buon senso”.

 

Facciamo un passo indietro
Prima cominciare a parlare di “scariche atmosferiche”, vorrei chiarire che la disciplina che si occupa di calcolare :

  • la rischiosità dei fulmini,
  • i danni che possono causare
  • i metodi per proteggersi.

non è un argomento improvvisato, ma al contrario è tema ben noto e studiato.
A parte l’invenzione del parafulmine, fatta da Benjamin Franklin un bel po’ di tempo fa (era il 1752), in Italia le prime norme che hanno affrontato l’argomento in modo tecnico-scientifico, sono state pubblicate dal CEI (il Comitato Elettrotecnico Italiano) nel lontano 1984.
Queste norme sono state gradualmente aggiornate fino ad arrivare ad oggi, con le norme concordate a livello europeo raccogliendo l’esperienza in materia che tutti gli stati hanno messo a disposizione.
E’ vero che le norme talvolta rispecchiano in modo  eccessivo il desiderio dei costruttori di vendere i loro prodotti, ma comunque la base tecnica resta valida.

 

Primo Punto – Fulmini in Italia
In Italia come in altri paesi esistono dei misuratori distribuiti in tutto il territorio il cui scopo è rilevare dove e quando cadono i fulmini.
Ad esempio il CESI, il Centro Elettrotecnico Sperimentale Italiano, è proprietario di una di queste reti di rilevamento fulmini. Nel relativo sito internet www.fulmini.it potete trovare la mappa dei fulmini caduti nell’ultima ora.

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mappa visibile nel sito www.fulmini.it

Queste reti sono di fondamentale importanza perché dalle loro rilevazioni si desume il numero di fulmini che cadono a terra ogni anno in ogni zona.
Questo numero viene chiamato dalle norme Ng, dove la “g” sta per Ground, ossia Terra , proprio per chiarire che stiamo parlando dei fulmini che cadono sul terreno.
Una distinzione molto importante perché durante un temporale la maggior parte dei fulmini avviene tra nube e nube: sono eventi che ad esempio disturbano le trasmissioni Radio e TV ma non riguardano minimamente il nostro problema.

Da queste rilevazioni si determina pertanto il numero Ng, che varia da città a città, da regione a regione. Vi sono ad esempio zone molto soggette a temporali,  dove ogni anno possono cadere anche 8 fulmini per chilometro quadrato (vi assicuro che sono tanti).
Altre zone, invece più “tranquille”, arrivano a malapena a 2 fulmini all’anno per ogni km quadrato.
Perché vi ho parlato di Ng ? Perché questo numero è la base che usano le norme tecniche per calcolare quanto un fabbricato rischia di essere colpito da un fulmine.

In pratica, il primo dato fondamentale per stimare il rischio fulmini, è un dato “meteorologico“.

 

Secondo Punto – L’altezza del fabbricato
Ovviamente il secondo fattore da prendere in considerazione per calcolare il rischio per un fabbricato di essere colpito da un fulmine è la sua altezza.
Ad esempio un grattacielo di 100 metri avrà molte più probabilità di essere colpito da un fulmine rispetto ad una casetta di 6 metri.
Ma la sola altezza non basta : per avere una stima corretta è importante conoscere anche il “contesto urbano” nel quale il vostro fabbricato è inserito.
In poche parole, la stessa casetta di 6 metri è sottoposta a rischi diversi a seconda di dov’è.
Se è solitaria in aperta campagna o peggio ancora se si trova sulla cima di una collina, potrebbe rischiare più del grattacielo in città.
Se invece si trova in centro città ma attorniata da palazzi più alti, rischierà poco perché “protetta” dagli edifici di maggiore altezza. Ogni edificio infatti crea intorno a sé stesso un’area che “involontariamente” protegge dai fulmini gli edifici o gli oggetti vicini più bassi. Detto in altre parole, l’eventuale fulmine in arrivo in quell’area, preferirà colpire l’edificio più alto lasciando intatto quello basso.

Ricordo infine che anche degli alberi molto alti possono fare da “parafulmine” rispetto ad edifici più bassi.

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Ma gli impianti solari aumentano l’altezza della casa ?
Solitamente i tetti delle case italiane pullulano già di  abbaini, camini, comignoli ed altri altri elementi che oltrepassano (e non di poco) la sagoma del tetto, pertanto l’aggiunta di moduli fotovoltaici o collettori solari, che generalmente hanno uno spessore di pochi centimetri, non varia l’altezza della vostra casa ed il conseguente rischio di essere colpita da un fulmine.
Sporadicamente vi sono impianti solari per i quali viene installato nel tetto un serbatoio d’acqua piuttosto voluminoso, ma anche in questo caso si tratta di un elemento più basso dell’antenna o dei camini, pertanto privo di impatto significativo sull’altezza dell’immobile.

Quindi ?
Fatte queste premesse, vi sarete già resi conto che l’installazione di un qualunque pannello solare sul tetto, non fa aumentare il rischio di essere colpiti da un fulmine semplicemente perché non aumenta l’altezza del fabbricato.
In poche parole il rischio di essere colpiti da un fulmine non cambia se viene installato un qualunque impianto solare sul tetto dell’edificio.

Vediamo ora quali altri problemi mettono in correlazione gli impianti solari con i fulmini.

 

Gli oggetti metallici attirano i fulmini ?

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Questa è un’altra domanda che si sente piuttosto spesso. E’ una domanda che i tecnici non sono mai riusciti a far scomparire dall’immaginario collettivo.

In linea generale la risposta è no.
Del resto, pensateci bene, se fosse vero che gli oggetti metallici attirassero i fulmini, le antenne e le grondaie delle nostre case si  sarebbero distrutte dopo la prima estate di temporali, ed oggi sarebbero estinte, come i dinosauri.
Invece sono tutte al loro posto. I casi di antenne colpite da fulmini, infatti, sono piuttosto rari, mentre sono molto frequenti i casi di antenne, tegole e grondaie abbattute da raffiche di vento e trombe d’aria.

I problemi quindi sono altri.

 

A seguire, in una Seconda Puntata (Link qui), affronteremo il problema se collegare a terra o no gli elementi metallici dell’impianto fotovoltaico e quali problemi comporta.

 

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